Il lavoro di Kenji Sugiyama è frutto di una lunga ricerca, cominciata nel 1995.
Sugiyama grazie alle sue opere, che ricostruiscono la percezione visiva quasi fossero matrioske russe, restringe gradualmente il campo contemplativo dello spettatore per arrivare a una meta-visione che riporti alla memoria dello spettatore il suo passato e la sua esperienza personale. Scomponendo il titolo dell'esposizione e analizzando i termini di cui è composto, possiamo comprendere la via che l'artista ha deciso di intraprendere.Institute - Istituto, richiama un'istituzione, un ente creato per determinati fini, un insieme di norme coordinate al fine di raggiungere uno scopo. Intimate Museums - I musei sono un'istituzione pubblica, sono luoghi deputati all'arte, spazi riconosciuti e riconoscibili della memoria collettiva, ma sono chiamati intimi, riportando alla soggettività e singolarità dell'individuo e alla sua memoria esperienziale. Mirror Mirror - Lo specchio è parte integrante del lavoro di Sugiyama, filtro per la visione e l'illusione attraverso il quale ogni immagine e ogni lavoro vengono trascinati. Le opere Inside e Outside, mettono in atto un percorso circolare, dall'essere oggetto di osservazione portano all'osservare e nuovamente a essere soggetto di una osservazione molto più intima e personale, all'interno dell'opera d'arte stessa. Attraverso questi percorsi circolari il visitatore viene chiamato a ricreare i suoi stessi Musei, ricordando ciò che è stato visitato in precedenza, ciò che è stato vissuto e sperimentato, ricostruendo la memoria.
Come scrisse Proust, il tempo, che sia interiore o esteriore, è sempre legato al passato, ma al contempo è un tempo verso il quale tende il presente. L'epifania proustiana, la memoria sollecitata da una casuale sensazione che rievoca il passato con un procedimento senza logica e permette di sentire con contemporaneità quel passato, è ciò che Sugiyama ripropone nelle sue opere, portando l'attenzione dell'osservatore verso un risveglio della coscienza, una consapevolezza nuova dell'atto del vedere, del sentire e del ricordare, affinché questa nuova esperienza sia totalmente e imprescindibilmente personale e unica.
L'arte di Sugiyama e il suo "Istituto", ci raccontano di questi spazi chiusi, circoscritti e raccolti, dei suoi "Musei", così essenzialmente comuni e pubblici, eppur così intimi e silenziosi, luoghi ideali dove si coglie l'interiorità dell'esperienza.