PRIMAE NOCTIS
FACTUM

03/07 - 06/09/2014

mostre passate

FACTUM

Mostra personale: Jeremy Sharma
 
Primae Noctis è lieta di presentarvi la mostra personale di Jeremy Sharma.
 
Jeremy Sharma è un giovane artista di Singapore che ha partecipato alla Biennale di Singapore 2013 e ad esposizioni collettive molto importanti, in istituzioni quali il Singapore Art Museum (2010) e l’Osage Art Foundation di Hong Kong (2014).
 
La sua carriera artistica si fonda su un’indagine costante dei materiali e dei media che, nel mondo contemporaneo, subentrano nell’attività pittorica, quali cera d’api, olio, acrilico, smalto, lacca, fotografie e immagini generate al computer.
 
Sharma crea opere che a malapena ricordano oggetti d’arte tradizionali. Pezzi che assomigliano più a fabbricati industriali. Il suo cenno alla tecnologia moderna, attraverso la scultura 3D stampata, è un contrappeso al suo discorso sulla pittura intrapreso nelle opere precedenti, realizzate con pennellate ben visibili.
La pittura di Sharma lascia una traccia, una traccia che diventa a sua volta qualcos’altro. Essa è un’imperfezione, risultato della negoziazione tra l’artista e l’industrializzazione, che, nello specifico, è data dalla modernità della tecnica pittorica. In alcuni casi, infatti, il gesto pittorico viene completamente eliminato, in altri reso più drammatico.
 
Rimuovendo ogni traccia della rappresentazione del mondo esterno, i dipinti di Jeremy Sharma forzano una ricerca attiva da parte dello spettatore, affinché trovi un punto di riferimento visuale nella superficie pittorica stessa, così come nelle superfici adiacenti. Guardando più da vicino le sue opere, si scorgono croste, colpi, macchie, graffi, abrasioni, disallineamenti, accrescimenti. Alcuni sono segni intenzionali, maturati dal processo di fabbricazione, mentre alcuni sono chiaramente accidentali. 
 
Le opere di Sharma costituiscono discussioni concettuali inerenti una nuova nozione di pittura, più percettiva e cognitiva, data dalle qualità estetiche del materiale con la quale essa è realizzata: superfici tattili su cui la luce si rinfrange, consentendo allo spettatore un riconoscimento più immediato e intuitivo.
 
Persiste, quindi, una capacità di confondere l'atto del guardare, che si trasforma in sinestesia di memoria tattile e percezione visiva, estendendosi gradualmente, attraverso la qualità della luce dello spazio espositivo, in una dimensione temporale supplementare ricca di variazioni mutevoli.
La tensione tra ciò che è e ciò che diventa, attraverso la luce, non permea solo i dipinti presenti, ma sottolinea anche l'esperienza della visione. Si tratta di un gioco tra riconoscere e ricordare ciò che si percepisce - di un costante immaginario che viene interrotto e riconfigurato da ogni nuovo dettaglio. 
Exhibition view