PRIMAE NOCTIS
"Perché"

21/04 - 30/05/2016

mostre passate

"Perché"

Mostra personale: Elio Marchegiani
"Perché"

Primae Noctis art gallery di Lugano inaugura la prima mostra personale in Svizzera di Elio Marchegiani, tra i più acuti interpreti della scena artistica contemporanea. La rassegna (aperta sino al 30 maggio), accompagnata da un libro, dal titolo Perché vuole essere una riflessione a tutto tondo sul suo lungo e articolato percorso artistico, spesso dissacrante e imprevedibile. Comunque sempre al di fuori degli schemi o delle linee canonizzate dell'arte.

L'esposizione, concepita come se fosse un abecedario, ripercorre mezzo secolo di ricerca partendo da Chiave e serratura del 1963, un'opera dorata sormontata da una chiave e da una serratura originale che riflette sul potere e sulla coercizione, sino a Cinetica teca del 2009 dove l'intonaco con le grammature contiene un motore elettrico che simula il movimento. Queste due testimonianze vanno intese come i poli opposti un progetto sfaccettato dove Marchegiani, con il suo spirito corrosivo, si confronta, prendendo posizione, con i differenti linguaggi dell'arte, dal neodaismo, all'arte cinetica; dal concettuale alle performance sino alla pittura analitica. Proprio con quest'ultimo movimento s'identificano le Grammature di colore realizzate dal 1973 su supporto intonaco o supporto lavagna. Anche in questo caso l'artista non accetta l'omologazione: se l'utilizzo dell'intonaco è un omaggio alla tecnica dell'affresco, i lavori su ardesia esaltano l'antico lavoro manuale e nello stesso tempo appaiono un monito contro la perdita della libertà. Nella scuola bacchettona andare dietro la lavagna era la punizione che spettava a chi non si metteva in riga. E la riga ritorna nell'opera di Marchegiani dove le grammature di colore sono aste policrome composte in un'infinità di combinazioni che contengono il peso della pittura. Come afferma Alberto Fiz nel libroche accompagna la mostra: “Marchegiani esprime l'esigenza continua di acquisire nuovi dati dalla realtà per trasformarli in esperienze artistiche secondo una logica che non prevede una coerenza formale, bensì metodologica e concettuale. Le sue opere erodono le convenzioni e sono strumenti per interrogarsi”.

Nel 1964 l'artista nel suo omaggio-oltraggio a Lucio Fontana ricuce i buchi e mette la zip ai suoi tagli (oltre trent'anni dopo, con un'operazione simile, Maurizio Cattelan trasformerà i tagli nella Z di Zorro); nel 1970 scopre il caucciù e realizza una serie di opere deperibili sino, talvolta, alla loro polverizzazione e tra il 1979 e il 1980 sospende il meccanismo della visione creando graziose cornici post settecentesche che contengono specchi tattili in astrakan o in pelle che non riflettono l'immagine narcisistica di chi li osserva, ma si lasciano sfiorare. La carrellata prosegue con Dicroico del 1992 dove il quadro assume un aspetto cangiante virtuale e tecnologico con un sistema che risale al IV secolo, per giungere a Le belle spoglie del 2008-2009. dove ancora una volta è la grammatura a custodire i segreti di un rarissimo nautilus dell'era paleozoica ormai estinto a causa dell'inquinamento. Una mostra, insomma, circolare in un girotondo creativo di un artista che, giunto all'età di 86 anni, in nome della conoscenza, continua a trasgredire.

La mostra è anche l'occasione per presentare il volume Perché, progettato da Primo Marella, che approfondisce i contenuti della rassegna proponendo oltre 50 opere di Marchegiani, dal 1959 al 2016, contrappuntate dai suoi pensieri. Il volume, in italiano e inglese, è introdotto da un saggio critico di Alberto Fiz.
Exhibition view