Ronald Ventura: A glitch in the matrix
È stato ripetuto più volte che tripudio di immagini sia presente nell'arte di Ronald Ventura. Questa affermazione è ancora più veritiera nella sua più recente produzione, che può riportare alla memoria il puzzle scorrevole o la tecnica letteraria del Cut-Up (della quale sono grandi interpreti William S. Burroughs e David Bowie). Negli ultimi dipinti di Ventura appaiono improvvisamente soggetti come astronauti, farfalle o rivistazioni di arte classica, mani cristiane, imitazioni di Cristo. La composizione, sebbene inizialmente e potenzialmente destabilizzante, ricrea uno strano senso di equilibrio, coesione e armonia.
C'è un’interferenza nella realtà, sostiene Ventura. Gli oggetti non sono effettivamente stabili ma in un costante stato di flusso, sebbene si preferirebbe cedere all'illusione di una realtà concreta e immutabile. Secondo l’artista ogni oggetto contiene interamente la sua storia, dal passato al futuro, e nei dipinti troviamo scorci di soggetti in queste loro presenze simultanee.
Effettivamente il passato è sempre parte di noi, spiega, inconsciamente persino il futuro. Il mondo è governato da intrusioni e collisioni inaspettate e imprevedibili. Ventura fa un semplicissimo esempio: durante una tranquillissima passeggiata in bicletta, chiunque può essere investito all’improvviso da un auto e ogni cosa si trasforma in questa convergenza di carne e metallo.
Scontri e conflitti non possono essere evitati. Hanno modellato e rimodellano il mondo.
L'umanità convive costantemente col suo passato. I libri, così come i film e le serie TV, esplorano le infinite sfaccettature del nostro passato, trovando qualcosa di nuovo che modifica anche presente e futuro. Il passato è qualcosa di seducente, merita di essere riscoperto di tanto in tanto. Gli uomini hanno in sè qualcosa dal passato e lo mantengono. Un senso di barbarie, forse? Una predilezione per la violenza? Sebbene i mezzi e i metodi siano cambiati, ne sentiamo ancora gli echi, abbiamo una cimice nell’orecchio. Nutriamo un'oscurità in costante movimento, in cui traspare comunque un senso di luce e meraviglia.
Le immagini di Ventura mostrano soggetti con risonanze di passato e futuro, ricordi e premonizioni allo stesso tempo. Come un compendio di immagini scansionate, ritratti ritagliati ove all'inizio nessun disegno è riconoscibile. Ma c'è un metodo, una regola per la follia, c'è un valore nascosto.
Ventura parla del ritratto classico in cui gli artisti inserivano nelle composizioni immagini tratte dalla mitologia. Un modo per miscelare la piacevole finzione alla banalità della realtà, ricostruendo una verità superiore nel processo. Un po’ come James Joyce che ritrasse un normale Dubliner durante la sua giornata ordinaria ricreando, a sua insaputa, l'odissea di un re mitologico greco, oppure Neil Gaiman quando mescola mitologie, creando interminabili notti in cui sognare, morire e rinascere.
Talvolta i cambiamenti sono improvvisi, bruschi, repentini. Come il modo in cui la religione è considerata nel mondo contemporaneo - passando dall'essere parte integrante della vita, fino a diventare qualcosa da cambiare o scartare, e ora tornata ad essere fondamentale e intrinseca. Come esempio che incarni queste contraddizioni, Ventura nomina Kanye West, un uomo che cammina con la passione delle sue contraddizioni.
Attraverso questi rapidi cambiamenti nella realtà, il passaggio a una fase diversa diventa immediato e le immagini non possono più essere più piatte o stabili.
Esse ballano con la luce.
[Igan D'Bayan]